Ecommerce come Amazon e processori di pagamento come Worldpay e Stripe sono allarmati dalla possibilità che miliardi di dollari di acquisti online siano a rischio. La causa è la mancanza della preparazione del settore per le nuove norme di sicurezza a livello europeo. Le nuove regole richiedono un ulteriore livello di verifica per la maggior parte dei pagamenti online superiori a € 30. Sono noti come Strong Customer Authentication ed entreranno in vigore a settembre. Le norme sono state progettate per ridurre le frodi ma richiedono modifiche sostanziali dei processi e della tecnologia. Inoltre è necessaria la cooperazione di decine di milioni di consumatori che rimangono in gran parte inconsapevoli dei cambiamenti imminenti.
Le nuove regole per le transazioni
Secondo le nuove regole, se i clienti non approvano una transazione, ad esempio inserendo un codice ricevuto in un messaggio di testo dalla propria banca o eseguendo la scansione dell’impronta digitale sul proprio smartphone, potrebbero non essere autorizzati a completare un acquisto. Patrick Collison, amministratore delegato di Stripe, ha dichiarato: “La scadenza è a settembre e per coloro che non sono preparati avrà un enorme effetto negativo sui tassi di conversione.
Si tratta della più grande migrazione che i rivenditori online europei abbiano mai dovuto fare. La Federazione europea delle istituzioni di pagamento ha avuto lunghi colloqui con aziende come Amazon, Apple, Stripe, Visa e Worldpay. Hanno partecipato anche i funzionari della Commissione europea. I dirigenti del settore temono che i consumatori che hanno installato l’app non siano sufficienti. Coloro che hanno fornito i propri numeri di cellulare per facilitare l’autenticazione non rappresentano un vero test su larga scala.
La preoccupazione delle aziende
Il risultato potrebbe essere l’abbandono delle transazioni alla cassa, con i rivenditori più piccoli considerati particolarmente vulnerabili. In pratica dovrà essere ristrutturato tutto il flusso di cassa. Un sondaggio commissionato da Stripe e condotto da analisti ha previsto che l’UE potrebbe perdere 57 miliardi di euro di attività economica nel primo anno dopo l’entrata in vigore delle nuove norme.
Si tratta di estendere la condivisione dei dati bancari dell’UE e rendere più complicato il check out. In tanti hanno paragonato questa novità alla corsa fatta per regolarsi al regolamento generale sulla protezione dei dati avvenuto lo scorso anno.