Tutti pazzi per la “dark mode”. Sempre più applicazioni e sistemi operativi stanno adottando questa funzionalità che riduce il consumo della batteria e non stanca gli occhi degli utenti. L’obiettivo è quello di utilizzare un effetto luce blu inferiore rispetto agli standard normali. Tra qualche mese anche Google Chrome avrà la propria “dark mode“. La scoperta è stata fatta da alcuni utenti che hanno trovato tracce della “modalità scura” all’interno del codice sorgente della versione beta di Google Chrome. La dark mode verrà integrata già nelle prossime versioni del browser: secondo una road map pubblicata sul web, la “modalità scura” dovrebbe essere integrata nella versione Chrome 73 per poi essere rilasciata con Chrome 74. Al momento l’ultima versione di Google Chrome presente sui nostri PC è la numero 71: la “dark mode” non arriverà prima dell’estate.
In cosa consiste la dark mode
La dark mode è stata attivata già da software house e produttori. Un modo per ottimizzare il consumo e agevolare l’uso del prodotto. In mancanza di un annuncio ufficiale, non si conosce ancora come funzionerà la dark mode su Google Chrome. In tanti hanno ipotizzato che la funzionalità verrà introdotta con un’opzione da attivare all’interno delle Impostazioni. Con la “dark mode” il design di Google Chrome sarà molto simile alla modalità Incognito. In questo momento si sta lavorando a tutti i problemi di usabilità che i beta tester stanno riscontrando in questi primi giorni di utilizzo. L’idea è di differenziare le due modalità per il colore delle tab o delle icone. Ma sono in lavorazione anche soluzioni alternative.
Un ritorno al passato
Anche Windows ha introdotto la modalità dark. Questa funzionalità trasforma il sistema operativo in nero. Cambia anche il testo e le icone in colori chiari e rende tutto più oscuro. Microsoft ha ampliato il tema scuro con l’ultimo aggiornamento così da inserirlo anche nelle ricerche file. È difficile individuare quando è iniziata esattamente la ribellione contro schermi bianchi accecanti. Nel corso degli anni, molte app, siti e sistemi operativi popolari hanno rilasciato versioni più scure dei loro temi e layout tradizionali nel tentativo di saziare gli utenti avversi alla luce e rendere i prodotti più accessibili ai non vedenti. Tecnicamente, non è affatto ribellione, ma più di un ritorno al passato. I display dei primi terminali utente e dei personal computer degli anni ’60 e ’70 hanno una forte somiglianza con i temi a contrasto elevato prevalentemente popolari oggi.