Avete presente quando siete attratti da un libro, guardate la copertina e poi non iniziate mai a leggere i contenuti? Oppure quando entrate in un negozio attirati dalla vetrina ma non provate nulla, non comprate niente e andate via velocemente perché insoddisfatti? Può accadere anche per un sito web. Tantissimi utenti possono accedere al vostro sito web ma non trovare ciò che si aspettavano e così vanno via senza visitare altre pagine. Fermandosi a quell’unico articolo letto o alla homepage. Ancora peggio se questo accade per motivi tecnici, in particolare per la lentezza di caricamento del sito. Un problema che ancora affligge tantissimi progetti che ad oggi si trovano sul web. Anche questa tipologia di visite viene analizzata da Google attraverso lo strumento Analytics e può dare un’idea del perché il vostro sito non decolla. Per capire di cosa si tratta dovete comprendere il concetto di Bounce Rate, in italiano Frequenza di Rimbalzo.
La frequenza di rimbalzo deve essere alta o bassa?
La frequenza di rimbalzo è una percentuale che indica i visitatori che entrano nel sito e chiudono la finestra del browser dopo aver visitato solo una pagina. Sottolinea il disinteresse degli utenti al progetto, l’incapacità di attirare l’attenzione dell’utente. Ovviamente in base alla tipologia di sito, la considerazione della frequenza di rimbalzo cambia. Può essere un male o un bene in base all’obiettivo che si vuole. Quando si tratta di un sito web vetrina non possiamo sperare che la percentuale sia bassa. Per un blog o un ecommerce è rilevante tener conto di questo parametro. In linea puramente teorica una frequenza di rimbalzo ideale si aggira tra il 20% e il 65%. Ma quali potrebbero essere le cause di una percentuale alta?
I parametri che influenzano la percentuale
Come già detto più volte content is the king. Se i contenuti non sono all’altezza della situazione facilitiamo l’addio degli utenti. Solo in alcuni casi può essere invece un punto di forza. Ad esempio se gli utenti si sono collegati ad una pagina perché volevano una specifica informazione e l’hanno trovata. Di solito però una frequenza di rimbalzo alta può significare che gli utenti non hanno trovato quello che cercavano e sono andati a cercarlo altrove. Un’altra caratteristica che può incidere sulla frequenza di rimbalzo sono i tempi di caricamento eccessivamente lunghi o problemi tecnici che possono incidere notevolmente sul progetto. Bisogna evitare di non avere pagine non ottimizzate per dispositivi mobili, costruire un sito orientandosi all’user experience perché se la navigazione è piena di ostacoli basta poco per chiudere il browser. Massima attenzione anche agli errori 404, bisogna controllare se ci sono pagine simili. Google viene in aiuto e a quel punto bisogna creare un redirect o sistemare l’errore.
Per concludere bisogna fare attenzione alla frequenza di rimbalzo. A seconda del progetto e dell’obiettivo che si vuole perseguire la percentuale può essere bassa ed alta. L’importante è dare le risposte che gli utenti cercano ed ottimizzare al meglio i contenuti che si hanno.