A 18 anni dal suo rilascio, iTunes viene ufficialmente chiuso da Apple. Il primo organizzatore di libreria musicale per utenti Mac ha fatto la storia del mondo delle applicazioni e del mobile. Sarà sostituito da diverse app specifiche per musica e contenuti video. Nel 2003 Apple ha aperto iTunes Store, consentendo alle persone di acquistare musica digitalmente in un momento in cui le reti peer-to-peer di condivisione file consentivano alle persone di scaricare musica gratuitamente online, offrendo in seguito programmi TV, film, app e podcast. iTunes sarebbe diventato il più grande venditore di musica al mondo prima di essere soppiantato nel 2016 dai servizi di streaming guidati, ovviamente, da Spotify.

La scelta di dividere in diverse piattaforme

Durante il suo declino, Apple ha iniziato a preparare piattaforme specifiche per ogni singolo settore. La più famosa è Apple Music, che è seconda a Spotify in termini di numeri di utenti. A marzo Apple ha anche reso pubblici i piani per la loro piattaforma TV simile a Netflix. Poi ci sarà una piattaforma per riviste e altre pubblicazioni. Infine ne è prevista un’altra solo per i podcast. Cosa succede alle cose che sono state acquistate su iTunes? Molto probabilmente verranno migrate alle app specifiche per ogni supporto: musica per l’app Music, show per l’app TV e così via. Questa è la direzione più logica per mantenere attivo l’interesse degli utenti.

L’importanza di iTunes

Il nome di iTunes potrebbe scomparire, ma il servizio di base apparirà come sempre cioè per fare acquisti di contenuti online, solo che questa volta è in diverse app. La scomparsa della famosa app è partita con la cancellazione delle pagine ufficiali su Facebook e Instagram. Il “jukebox digitale” consentiva agli utenti di importare i propri CD preferiti, organizzare le librerie musicali e masterizzare mix personalizzati. Divenne quindi un negozio di musica a parte: un emporio magico, con un solo clic, in cui 99 centesimi potevano farti ascoltare qualunque canzone.

Steve Jobs annunciò la sua nascita come l’alba di una nuova era del consumo dei media, in cui i consumatori avrebbero avuto i diritti digitali sulla propria musica. “Pensiamo che la gente voglia acquistare la propria musica su Internet acquistando i download, proprio come hanno comprato gli LP, proprio come hanno comprato le cassette, proprio come hanno comprato i CD”, disse in un discorso del 2003.